GIN IMPERIALE
Imperiale: un ribelle, irriverente, divenuto leggenda. Incarna lo spirito della terra e del popolo maremmano.
Forza, intensità, sfida in un Gin, che salta gli ostacoli delle convenzioni e si carica dei profumi più intensi della Maremma. Ma Imperiale è anche il nome di uno dei tori dell’allevamento di Rocca.
LA LEGGENDA
In Maremma, anche gli animali per anni hanno fatto parlare di sé. È il caso di Imperiale, il toro figlio del grande Fiume. Era bello, forte, abituato al silenzio della campagna; gli unici rumori il galoppo dei Butteri e il muggito delle Vacche Maremmane.
Ma un bel giorno, il suo padrone, decise di portare Imperiale alla festa organizzata nel prato delle Cascine. Il toro si trovò fuori dal suo ambiente. Non più silenzio, ma il vociare dei numerosi spettatori, che erano accorsi a vedere la marcatura dei vitelli e la doma dei puledri. Ad un tratto innervosito buttò giù lo steccato del suo box e scappò mugghiando.
La folla impaurita si dette al fuggifuggi. Imperiale rincorso dai suoi butteri non si fermava, anzi nella sua folle corsa abbatté una carrozza, sventrò un cavallo e giunse all’Indiano, un caffè all’aperto pieno di gente. Il toro si fermò, si guardò intorno, le persone scappando gridavano. Adocchiò una signora, che impietrita dalla paura era rimasta seduta al tavolo, le si avvicinò, l’annusò, la guardò negli occhi e poi infilandole il corno sotto la gonna gli strappò l’abito lasciandola seminuda.
La signora svenne e Imperiale riprese la sua corsa. Ancora non aveva finito. Fiutata l’acqua, si diresse al galoppo sulla sponda dell’Arno e ci si tuffò. Menomale che i butteri riuscirono a catturarlo con il laccio e si sentirono tranquilli solo quando lo riportarono in Grancia.
Morì nel 1940 dopo un altro dei suoi gloriosi duelli.

